I limiti planetari: come andare oltre una riduzione dell’impatto carbonico grazie a strategie di R&S?

L’impatto dell’uomo sull’ambiente è oggi significativo ed è al centro delle strategie attuali delle imprese. Finora, gli industriali hanno orientato i loro sforzi alla riduzione del loro impatto di carbonio. Negli ultimi anni, è emerso il concetto di « limiti planetari » che tiene conto di altri impatti, come quelli sulla biodiversità e sulla gestione delle risorse idriche. Ma allora, quali sono questi limiti planetari? Come vengono definiti e perché è importante saperli quantificare? In questo articolo, Alcimed vi propone di scoprire i limiti planetari e l’importanza di considerarli in un’analisi ambientale.
I limiti planetari, garanti della capacità di vivere in modo sostenibile in un ecosistema sicuro
La Terra è un sistema in equilibrio che, a partire dal XIX secolo e dall’era industriale, è stato intensamente perturbato dall’attività umana. Infatti, i livelli di CO₂ nell’atmosfera sono esplosi, passando da 282 ppm nel 1800 a 412 ppm nel 2020, provocando un riscaldamento climatico estremamente rapido. Inoltre, la biodiversità sta diminuendo e il tasso di estinzione delle specie potrebbe essere 100 volte superiore rispetto alle precedenti estinzioni di massa.
In questo contesto di rapida evoluzione dell’ambiente, sono stati identificati 9 limiti planetari:
- il cambiamento climatico,
- l’erosione della biodiversità,
- il cambiamento d’uso del suolo,
- il ciclo dell’acqua dolce,
- l’alterazione dei cicli dell’azoto e del fosforo,
- l’acidificazione degli oceani,
- l’aumento della presenza di aerosol nell’atmosfera,
- l’assottigliamento dello strato di ozono,
- l’introduzione di nuove entità nella biosfera.
Questi limiti planetari costituiscono la base di un metodo di valutazione e monitoraggio dei cambiamenti ambientali indotti dall’uomo e potenzialmente in grado di minacciare la stabilità degli ecosistemi. Ciascuno di questi limiti è definito da una variabile di controllo, stabilita dalla comunità scientifica, che rappresenta una soglia che l’umanità non deve superare se vuole preservare la propria capacità di vivere in modo sostenibile in un ecosistema sicuro.
L’importanza delle interazioni tra i limiti planetari
Sebbene i confini siano definiti separatamente, essi interagiscono tra loro, rendendone complessa l’analisi. Il superamento di un limite può infatti comportare il superamento di uno o più altri, generando un effetto a cascata.
Ad esempio, l’acidificazione degli oceani è legata all’aumento della quantità di CO₂ nell’atmosfera. Questo aumento si traduce in reazioni chimiche sulla superficie degli oceani che portano a un innalzamento del pH. Il cambiamento climatico ha quindi un impatto diretto sull’acidificazione degli oceani.
È dunque fondamentale adottare un approccio globale per analizzare al meglio l’impatto di un’attività umana sull’ambiente, aspetto poco intuitivo in un mondo prevalentemente orientato alla riduzione delle emissioni di carbonio. Questa considerazione del carbonio è necessaria, ma non sufficiente, poiché riguarda solo uno dei 9 limiti planetari: il cambiamento climatico.
Nel 2023, 6 dei 9 limiti planetari identificati sono già stati superati: il cambiamento climatico, l’erosione della biodiversità, il cambiamento d’uso del suolo, il ciclo dell’acqua dolce, l’alterazione dei cicli dell’azoto e del fosforo, e l’introduzione di nuove entità nella biosfera.
È quindi essenziale valutare l’impatto delle nostre attività e dei nostri sviluppi su tutti questi limiti, per ottenere una visione globale che consenta di ridurre gli effetti umani che rischiano di compromettere queste soglie e mettere in pericolo l’ecosistema terrestre.
Verso un approccio più olistico per anticipare fin dalla fase di R&S gli impatti sui limiti planetari
È fondamentale valutare fin dalla fase di ricerca e sviluppo (R&S) gli impatti potenziali dei nostri prodotti sui limiti planetari, al fine di anticiparli e orientare al meglio le nostre strategie di innovazione.
Alcimed ha così sviluppato un primo approccio in tre fasi per identificare rapidamente, nell’ambito dello sviluppo di un prodotto, gli impatti dei suoi usi sui limiti planetari:
- Prima fase: Valutare gli impatti diretti su ciascuno dei limiti. Questa valutazione mira a determinare se l’innovazione migliora, peggiora o non modifica la situazione attuale.
- Seconda fase: Valutare gli effetti incrociati tra i limiti attribuendo pesi differenti in funzione del livello di impatto.
- Terza fase: Combinare gli approcci diretti e indiretti per ottenere infine un punteggio d’impatto su ciascuno dei limiti planetari.
Questo approccio permette di lavorare su due livelli: a livello del singolo progetto e a livello di un portafoglio di progetti. Per un progetto individuale, questo metodo mette in evidenza i principali limiti planetari impattati e può costituire un punto di partenza per nuove riflessioni volte a migliorare la situazione. Per un portafoglio di progetti, questo punteggio introduce un nuovo criterio di selezione. Oltre al carbonio, consente di identificare i progetti con sfide ambientali rilevanti da considerare su scala globale.
Se desiderate essere accompagnati su queste nuove sfide di analisi dei limiti planetari, non esitate a contattare il nostro team!
Informazioni sull’autore,
Vincent, Responsabile della Business Unit Chimica e Materiali di Alcimed a Parigi.