Salute

La realtà virtuale in ambito sanitario: un nuovo strumento terapeutico?

Pubblicato il20 Maggio 2025 Lettura 25 min

La rapida evoluzione delle tecnologie digitali ha trasformato profondamente il panorama della salute. Tra queste innovazioni, la realtà virtuale (VR) emerge come uno strumento potente, aprendo nuove prospettive sia per i pazienti che per i professionisti della salute. Oltre al suo utilizzo iniziale nell’intrattenimento, la VR trova oggi applicazioni varie e significative nel campo medico, che vanno dalla formazione dei praticanti alla gestione del dolore, passando per la riabilitazione dei pazienti. In questo articolo, Alcimed esplora diverse applicazioni attuali della realtà virtuale in salute, i suoi vantaggi, le sfide che essa pone e le sue prospettive future.

Cos’è la realtà virtuale?

Il primo volume del Trattato di realtà virtuale, pubblicato nel 2006, la definisce come “un campo scientifico e tecnico che sfrutta l’informatica e le interfacce al fine di simulare in un ambiente virtuale il comportamento di entità 3D, che sono in interazione in tempo reale tra loro e con uno o più utenti in immersione pseudo-naturale tramite canali senso-motori.”1Bouyer, G (s. d.). Réalité virtuelle & Santé – Applications & Enjeux [Diapositives]. École Nationale Supérieure d’Informatique pour l’Industrie et l’Entreprise (ENSIIE). https://web4.ensiie.fr/~guillaume.bouyer/RVIG/vr-health.pdf
Pertanto, tre criteri sembrano indispensabili per descrivere la realtà virtuale: l’immersione (per tradurre la sensazione di trovarsi nello spazio tridimensionale dell’immagine), l’interattività (per qualificare la possibilità di muoversi in questo spazio e manipolarne gli oggetti) e il tempo reale (per far percepire immediatamente all’utente le modifiche dello spazio risultanti dalle sue azioni).
Contrariamente alla realtà aumentata, che sovrappone elementi digitali al nostro mondo reale, la VR immerge l’utente in un mondo interamente creato al computer, dove può interagire in modo dinamico con il suo ambiente.
Nel campo della salute, questa capacità di creare simulazioni realistiche e controllate apre un ampio ventaglio di possibilità per l’insegnamento, il trattamento e la ricerca.

In quali casi e per quali applicazioni è utilizzata oggi la realtà virtuale in salute?

Nel settore della salute, il numero di pubblicazioni riguardanti la VR è aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni con poco più di 15.500 pubblicazioni per il periodo 1985-2021. Nel 2021, sono state pubblicate quasi 2.800 pubblicazioni contro 950 nel 2016.2Djelti, M. & Beladi, A. (2012). La réalité virtuelle et l’apprentissage médical. Communications Science & Technologie. https://www.researchgate.net/publication/313878319_LA_REALITE_VIRTUELLE_ET_L’APPRENTISSAGE_MEDICAL Mentre le prime ricerche si sono concentrate principalmente sulla formazione medica e la riabilitazione, le applicazioni si sono oggi ampliate per includere le terapie di esposizione alla realtà virtuale o anche la gestione del dolore.

La formazione dei professionisti della salute

La realtà virtuale ha rivoluzionato la formazione dei professionisti della salute offrendo ambienti di simulazione realistici in cui i praticanti possono esercitarsi senza rischi per i pazienti. Per esempio, gli studenti di medicina possono partecipare a simulazioni chirurgiche dove esercitano procedure complesse in un contesto virtuale prima di realizzarle su pazienti reali. Queste simulazioni permettono non solo di ripetere gesti tecnici, ma anche di prepararsi a gestire situazioni di emergenza o complicazioni impreviste. Ad esempio, l’Hôpital Privé de la Baie nella Manica è il primo stabilimento francese ad integrare la realtà virtuale nella formazione continua al fine di prevenire i rischi in sala operatoria. Il serious game intitolato “le bloc des erreurs” in immersione virtuale in sala operatoria è accessibile ai sanitari, compresi studenti interni ed esterni.

La gestione del dolore

La realtà virtuale offre soluzioni innovative per la gestione del dolore, in particolare nei pazienti che soffrono di dolori cronici o in cure palliative. Immergendo i pazienti in ambienti virtuali rilassanti o distraenti, la VR è in grado di ridurre la loro percezione del dolore, diminuendo così la necessità di utilizzare farmaci analgesici. Per esempio, in uno studio condotto su 11 pazienti ustionati di età compresa tra i 9 e i 40 anni che richiedevano un ricovero ospedaliero, si è segnalata una diminuzione del 35 al 50% del dolore percepito quando la realtà virtuale era utilizzata con il trattamento farmacologico standard rispetto alla sola farmacoterapia (Hoffman et al., 2008)3Fuchs, P., Moreau G., Berthoz A., Le traité de la réalité virtuelle volume 1 : L’Homme et l’environnement virtuel. Presse des Mines, pp.380, 2006, Mathématique et informatique, 9782911762628. ⟨hal-00753715⟩.

Le ciberterapie o terapie di esposizione alla realtà virtuale

La realtà virtuale è inoltre utilizzata per trattare diverse condizioni psicologiche. Nell’ambito delle terapie cognitivo-comportamentali, la VR permette di trattare fobie, ansia, dipendenze e stress post-traumatico esponendo i pazienti a situazioni stressanti in modo controllato e graduale. Per esempio, un paziente affetto da acrofobia (paura dell’altezza) può essere esposto a simulazioni di altezze, che gli permettono di lavorare sulla propria fobia in un ambiente sicuro.

La riabilitazione fisica

Programmi di realtà virtuale sono utilizzati per aiutare i pazienti a recuperare la loro motricità dopo un ictus o una lesione. Grazie ad esercizi immersivi, i pazienti sono incoraggiati a realizzare movimenti ripetitivi e coinvolgenti, il che può accelerare il loro recupero.


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Quali vantaggi dell’utilizzo della realtà virtuale in ambito sanitario?

L’uso della realtà virtuale in ambito sanitario presenta diversi vantaggi oggi ben noti. L’entusiasmo per la realtà virtuale è dovuto alla sua capacità di offrire nuove possibilità fino ad ora limitate in ambiente reale, ovvero:

Vantaggio n°1: un ambiente controllato e controllabile

Non ci sono sorprese sgradite né casualità. Gli ambienti stabili che vengono creati immergono i professionisti come i pazienti in ambienti senza rischi, anche per le situazioni più rare. Inoltre, la realtà virtuale permette di impostare i parametri degli ambienti creati e di rilevare variabili e metriche oggettive. I dati generati possono quindi essere confrontati più facilmente poiché provengono da ambienti con parametri noti.

Vantaggio n°2: un ambiente personalizzabile adatto ai bisogni degli utenti (pazienti come professionisti)

L’ambiente evolve progressivamente il più possibile in funzione dei bisogni del paziente. Ad esempio, durante una terapia per curare l’agorafobia, non è sempre evidente per il professionista prevedere con certezza i parametri di una simulazione (come ad esempio il numero di passeggeri in una carrozza della metropolitana). Inoltre, la personalizzazione degli ambienti 3D rafforza l’impegno e la motivazione degli utenti e ottimizza i risultati, che siano terapeutici o meno (es: l’apprendimento durante una formazione), attraverso una migliore immersione.

Vantaggio n°3: un ambiente gamificato che facilita l’impegno a lungo termine

Nel contesto delle riabilitazioni, è comune osservare un calo dell’impegno dei pazienti nel tempo, tanto più quando i processi sono lunghi e dolorosi. La VR può allora essere utilizzata per immergere il paziente in un universo gamificato personalizzabile secondo i suoi bisogni e desideri. Preso dal gioco, questa “messa in scena” gli permetterà di dimenticare che si trova in piena seduta di riabilitazione. Utilizzata principalmente dai fisioterapisti, questa tecnica è stata adottata da diverse aziende negli ultimi anni. Si può citare in particolare MindMotion, approvata dalla FDA e con marchio CE, che ha già seguito più di 3300 pazienti.

Quali sono le sfide attuali da affrontare per sfruttare appieno il potenziale futuro della realtà virtuale nel settore sanitario?

Nonostante i suoi numerosi vantaggi, l’uso della realtà virtuale in ambito sanitario comporta anche sfide e limiti.

Sfida n°1: superare gli effetti indesiderati della cibernetosi

Infatti, l’esposizione alla realtà virtuale può perturbare il sistema sensoriale e condurre a sintomi quali nausea, vertigini, sudorazione, pallore, perdita dell’equilibrio… raggruppati sotto la denominazione di “cibernetosi”. Nelle persone sensibili, questi sintomi possono comparire già nei primi minuti di utilizzo e risultano controproducenti.

Sfida n°2: ridurre i costi di acquisizione e manutenzione delle attrezzature VR

D’altra parte, il costo di acquisizione e manutenzione delle attrezzature VR resta elevato, il che può limitarne l’adozione in alcune istituzioni.

Sfida n°3: attenuare le barriere tecnologiche

Le barriere tecnologiche, come la necessità di hardware sofisticato e la curva di apprendimento associata al suo utilizzo, possono rallentarne l’integrazione nella pratica clinica quotidiana.

Sfida n°4: garantire la riservatezza e la sicurezza dei dati

Inoltre, le problematiche etiche e di riservatezza dei dati generati o raccolti costituiscono anch’esse preoccupazioni importanti, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei dati dei pazienti negli ambienti virtuali. È fondamentale assicurarsi che queste tecnologie rispettino le norme sulla riservatezza, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD) applicato al settore sanitario.

Sfida n°5: garantire l’igiene e la sicurezza delle attrezzature VR

Infine, i visori di realtà virtuale utilizzati nella pratica sanitaria devono anch’essi rispettare regole igieniche e di sicurezza rigorose. Infatti, i vincoli igienici specifici del settore impongono ai visori di essere resistenti ai solventi in caso di disinfezioni ripetute, di includere una procedura di pulizia che precisi le istruzioni da seguire e di prevedere accessori rimovibili con protezioni facilmente sostituibili. In sintesi, è tutta la progettazione del visore che deve essere adattata con materiali le cui proprietà rispondano alle esigenze del settore. D’altra parte, i visori di realtà virtuale, se utilizzati come dispositivi medici nell’Unione Europea, devono essere certificati CE. Il fabbricante deve quindi dimostrare che il visore soddisfa le norme di sicurezza e prestazioni fissate dal regolamento europeo 2017/745.

Nonostante queste sfide tecniche, economiche, etiche e regolatorie, il futuro della realtà virtuale in ambito sanitario è promettente. Infatti, se questi ostacoli saranno superati e se le ricerche future riusciranno ad aumentare il livello di evidenza degli studi attuali, allora la realtà virtuale potrebbe davvero diventare una componente essenziale dell’assistenza sanitaria del futuro, offrendo soluzioni per migliorare la qualità delle cure e delle formazioni. La dinamica è avviata, come testimoniano le continue innovazioni in questo settore che aprono la strada a applicazioni ancora più sofisticate e accessibili. È questo il caso, ad esempio, con il miglioramento delle tecnologie di motion capture, l’integrazione dell’intelligenza artificiale o ancora lo sviluppo di dispositivi che permettono di includere ancora più sensi come l’olfatto… Alcimed segue da vicino i rapidi sviluppi di queste tecnologie che stanno rivoluzionando la salute del domani ed è pronta a supportarvi su questi temi. Non esitate a contattare il nostro team!


Informazioni sull’autrice,

Mathilde, Consulente all’interno del team Innovazione e Politiche Pubbliche di Alcimed in Francia.

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